TRATTORIA CICCIOTTO E LA ‘REGINELLA DI GIOVANNI’

Dalla sua altezza si può guardare tutta Napoli, il Vesuvio e l’isola di Capri. Ha fatto innamorare, sognare, immaginare e persino ispirare una delle celebri canzone napoletane. E’ il borgo di Posillipo, associato da sempre ‘A’ fenestrella e Marechiare’ e leggenda vuole che il poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c’era un garofano, ebbe l’ispirazione per quella che è una delle più celebri canzone napoletane… appunto ‘Marechiare’. Un piccolo borgo di pescatori a cascata sul mare, con le vecchie imbarcazioni in legno e i ristoranti che si affacciano su un panorama mozzafiato. ‘Fooderio’ ha trascorso un pranzo magico alla ‘Trattoria Cicciotto’ a Calata del Ponticello a Marechiaro, dove il pesce viene cucinato secondo la tradizione napoletana e nei modi più diversi. E’ la storia della famiglia Capuano, che dal 1943 con grande professionalità continua ad accogliere i suoi ospiti con la genuinità dei suoi piatti, da Totò fino al jet set internazionale dei nostri giorni. Spaghetti con i ricci, crudi di gamberi, risotto allo scoglio e il profumo del mare che non finisce mai. ‘Cicciotto’ era il nomignolo dedicato a Don Vincenzo, per via della sua rotondità, e poi tramandato al figlio Giovanni oggi 80enne che insieme alla moglie Maria e ai nipoti Gianluca e Vincenzo porta avanti la tradizione di famiglia. C’è passione e tanto amore per la ristorazione, per il luogo, per il borgo e per il padre che tutto avviò, nel vedere Giovanni nonostante le sue gambe facciano le bizze fare su e giù da una sala all’altra intrattenendosi con i clienti. E allora abbiamo avuto la fortuna e il grande piacere di ascoltare ‘Reginella versione Giovanni’. Un’emozione che vale quanto la bontà del suo cibo.

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