VINO, CALA CONSUMO QUOTIDIANO MA È STABILE PLATEA WINELOVER CON 30 MLN DI CONSUMATORI
Nel 2023 si confermano 29,4 milioni i consumatori di vino nel nostro Paese, stabili rispetto all’anno precedente, così anche la quota generale di penetrazione della popolazione (55%), mentre scendono a 11,7 milioni i consumatori quotidiani, 400mila in meno rispetto al 2022. È l’istantanea elaborata dall’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Istat, che ha rilasciato le tabelle 2023 sui consumi di alcolici degli italiani. Secondo le stime dell’Osservatorio il saldo consumato in Italia nel 2023 ammonta a 23 milioni di ettolitri.
Il quadro che emerge dalla ricognizione Uiv sui cambiamenti di scenario negli ultimi 12 anni è quello di una popolazione che in generale non rinuncia al vino (+2% la numerosità dei fruitori rispetto al 2011), pur con profondi segnali di cambiamento delle abitudini. Crescono i consumatori in occasione dell’aperitivo (+31% dal 2011), oggi consuetudine per quasi 22 milioni di persone.
A ridisegnare l’identikit dei winelover italiani, la crescita nel periodo della domanda femminile con il +10%, e i maschi a -3%, la minor fruizione quotidiana (-22%) e la contestuale crescita del 29% dei non quotidiani, che oggi contano 17,7 milioni di persone e rappresentano il 60% del totale, contro il 48% di 12 anni prima.
Un fenomeno, quello della saltuarietà, che coinvolge anche la birra: oggi due terzi dei consumatori di bionde lo fanno in modo sporadico. I consumatori quotidiani i giovani della Gen X (fino a 24 anni) pesano solo il 4,4% (circa la metà della loro incidenza sulla popolazione italiana), sorprende la veloce e progressiva erosione degli assidui tra le generazioni successive.
L’Emilia-Romagna è la regione con la maggior quota di consumatori in base alla popolazione (61,3%), seguita dalla Valle d’Aosta (60,5%), dalla Toscana (60,4%) e dal Veneto (59,8%). L’area che registra la maggior crescita di consumatori +11% è la provincia di Trento, mentre la Basilicata è quella che vede la maggior contrazione (-9%). Tra le macroregioni, primeggia il Nord-Est con un’incidenza al 59,4%, seguito da Centro (57,4%), Nord-Ovest (56,7%), Mezzogiorno (51,1%), e Isole (46,8%).