‘PECORINO TOSCANO DOP’: ARRIVA CONFEZIONE RICICLABILE

Il Pecorino Toscano affonda le sue radici nei secoli e nella pastorizia, attività prevalente degli Etruschi e dei Romani. Di questo ‘cacio’, come veniva chiamato alle origini e ancora oggi in Toscana, ne parlò la prima volta Plinio il Vecchio nel suo documento ‘Naturalis Historia’, dove raccontava che da una città di origine etrusca, Luni, odierna Lunigiana giungeva a Roma un pregiato formaggio, detto Lunense apprezzato per la sua bontà e per la grandezza delle forme.
Nel 1400 si trova traccia del Pecorino Toscano come ‘cacio marzolino’. Secondo fonti storiche questo formaggio era molto gradito nei banchetti nobili e tra i preferiti di Lorenzo il Magnifico. Nel Quattrocento, in un testo del Platina, il Marzolino d’Etruria, al pari del Parmigiano, veniva celebrato come il miglior formaggio d’Italia.

Oggi come ieri il Pecorino Toscano caratterizza la tradizione casearia della Toscana e della zona di origine (Toscana ed alcuni comuni limitrofi di Lazio e Umbria), all’interno della quale si produce il latte, lo si trasforma in formaggio e si porta a fine stagionatura. Il suo sapore unico e delicato racconta una storia antica che va dagli Etruschi ai giorni nostri all’insegna della qualità e del legame strettissimo con il territorio.

Domani la presentazione della prima confezione di Pecorino Toscano Dop a fette in materiale interamente riciclabile.

Foto in evidenza e interne da Facebook @pecorinotoscanodop

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